Latte a 3€ al litro, è tutto vero purtroppo: ecco perchè
Dopo i vari rincari nel settore energetico i consumatori dovranno sopportare rincari ulteriori, quelli attinenti un alimento fra i più comuni utilizzati, il latte. In base alle previsioni il latte potrebbe raggiungere una quotazione di prezzo pari a 3 euro al litro. Scopriamo i dettagli.
Il segnale proviene dalle dichiarazioni degli stessi produttori, i quali affermano appunto di ritrovarsi costretti, a breve, a rincari per la materia fornita. Ciò deriva da tutti gli altri rincari che vi sono stati in precedenza e che fanno inevitabilmente lievitare i costi di produzione.
Parliamo in tal caso di quelli relativi al latte. E’ previsto, entro gli ultimi giorni dell’anno, un aumento a ben 3 euro al litro, per come accennato. E a subirne influenze non potrà che essere anche il prezzo dei derivati del latte.
I nuovi rincari e la situazione che si prospetta
Il latte fresco viene attualmente venduto in negozi e supermercati a prezzi che oscillano fra 1,50 e 2 euro a litro, ma pare che non durerà per molto. L’aumento verterà sulla spesa complessiva di ogni consumatore, se si considera che da quello del latte si passerà ad altri aumenti.
Nello specifico, si contemplano aumenti del 19,8% sulle mozzarelle, del 16,3% sul Gorgonzola, del 21,20% sullo stracchino, tra gli aumenti destinati a pesare maggiormente, fra i latticini. Sempre in tema latticini, la media del rialzo prezzo sarà del 14,8%.
I suddetti dati sono desunti dal rapporto di Unioncamere emesso a metà novembre. Se gli aumenti più consistenti sono previsti per i tre prodotti prima contemplati è perché essi sono quelli acquistati più di frequente nella categoria latticini. Si parla comunque del fatto che Unioncamere non abbia ancora considerato tutti gli effetti, e in particolare l’aumento della materia prima per produrli, il latte, a circa 3 euro.
Il latte vaccino costerà, in fase di produzione, fra i 60 e i 70 centesimi al litro. Se il sistema è arrivato a questo punto è per la congiuntura sfavorevole sul piano internazionale, come ha commentato sul punto anche Confagricoltura. Come lamenta la medesima associazione, gli agricoltori sono costretti a risparmiare sui mangimi e anche, addirittura, ad eliminare le mucche meno produttive, con la conseguenza che il latte scarseggia e il suo prezzo cresce.
Oltre alla questione energetica e alla crisi di materie prime, si ci è aggiunta altresì la siccità in Europa che ha ridotto la produzione di foraggi per animali, con conseguente innalzamento di prezzo anche per i medesimi, i quali si riflettono sul prodotto finale. Una tonnellata di mais, per l’alimentazione degli animali, arriva a costare 130 euro in più, mentre il fieno è andato incontro ad un aumento del 60%, la farina di soia del 30%.