Pfas nocivi: attento a quello che mangi e quello che indossi
L’uso dei Pfas si sta diffondendo sempre di più, ma conosciamo davvero queste sostanze e i loro rischi? Approfondiamo la questione.
L’utilizzo dei Pfas ovvero sostanze perfluoro alchiliche, può essere pericoloso. Questi elementi sono presenti in tantissimi oggetti di uso quotidiano, dai tessuti, rivestimenti alimentari ecc. Spieghiamo bene cosa sono e loro rischi per l’organismo!
Non tutti sono a conoscenza di questo problema che si sta allargando a macchia d’olio. Questi elementi possono essere nocivi per l’uomo e portare lo sviluppo di alcune patologie.
Pfas: cosa sono e che rischi corriamo
Questi composti sono nati a ridosso degli anni ’50 e vengono usati per rendere più resistenti alcuni tessuti specifici, persino la stessa carta ma anche quei materiali che contengono il cibo!
Per dirne una, il loro uso è talmente inflazionato che giunse anche una segnalazione da parte delle acque in Veneto a seguito del ritrovamento su alcuni campioni analizzati in laboratorio. Nello specifico l’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri ha spiegato che a livello ambientale e sull’uomo il loro impatto è nocivo proprio per la capacità di resistenza di questi elementi.
Dando uno sguardo all’uso domestico i Pfas possiamo trovarli nei rivestimenti delle pentole e nei detergenti per pavimenti. La rivista scientifica Cell ha pubblicata una ricerca che ha come oggetto di studio come queste sostanze possano incidere sul sistema endocrino, il microbiota intestinale, portare anche casi di infertilità e rischio di sviluppi di tumore, soprattutto ai reni e ai testicoli e intaccare la tiroide.
Sono presenti in solventi, plastiche, pesticidi e anche in alcuni cibi. Lo hanno dichiarato degli esperti del settore a Repubblica. Ma anche sui vestiti che mettiamo tutti i giorni è possibile che abbiano questo elemento, soprattutto in quelli più tecnici. Le ricerche stanno approfondendo la questione, quello che conosciamo è ancora poco.
L’ Associazione medici per l’ambiente ha richiesto di portare a zero il valore consentito nelle acque per il consumo umano di 3 sostanze tossiche: il Bisfenolo A, la Microcistina-LR e i Pfas.