Addio Spid, utilizziamo solo la carta di identità elettronica
Lo Spid è fondamentale per avere accesso ai siti della Pubblica Amministrazione in particolare. E’ un’identità digitale che con un click di mouse o un semplice touch sullo smartphone consente di avere ingresso a svariati servizi pubblici. Ma pare che possa essere sostituito. Cosa ne sappiamo.
Sul tema si è pronunciato il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’Innovazione Tecnologica Alessio Butti. Quest’ultimo vorrebbe promuovere la migrazione delle identità digitali verso la Cie, Carta d’Identità Elettronica.
La finalità consisterebbe nell’ottenimento di un unico sistema nazionale gestito dallo Stato ai fini del riconoscimento digitale. Inevitabilmente la questione tocca il tema dei gestori privati.
Le nuove proposte per l’identità unica digitale
Butti ha espresso tale finalità alla festa per il decennale di Fratelli d’Italia, e ha sottolineato che si dovrebbe iniziare gradualmente a disattivare lo Spid come mezzo d’accesso per favorire un sistema d’accesso unico e nazionale. Nella configurazione attuale infatti, vi sono ben 10 fornitori accreditati. Fra questi, con l’eccezione di Poste Italiane, partecipata per il 64% dal Ministero Economia e Finanze, gli altri sono tutti gestori privati. I cittadini con identità Spid superano di poco il 50% del totale, la rimanente parte utilizza la Cie.
Il confronto è fra i 33,3 milioni dello Spid e i 31,3 milioni della Cie. Vi è anche la questione attinente alla sicurezza. Se con lo Spid è possibile l’attivazione del livello 1 e 2, con la Cie si attiva il terzo livello, quello voluto dagli standard europei. Questo perché si tratta, per la Cie, di un documento identitario emesso dal Ministero dell’Interno, prodotto da Poligrafico e Zecca di Stato, e rilasciato in presenza.
Vista la procedura cui partecipano i suddetti enti pubblici, più il rilascio esclusivamente in presenza, il documento detiene il più alto livello di sicurezza. Gli standard europei cui si accennava sono quelli dell’identità digitale europea che dovrebbe prendere il via a partire dal 2025. Si prevede dunque che, per tale anno, anche gli standard nazionali saranno uniformati.
L’identità digitale europea si avvarrà di un’app sulla quale poter caricare varie tipologie di documenti. Allo scopo di facilitare la migrazione fra sistemi, il sottosegretario Butti ha proposto di pervenire ad un sistema di rilascio Cie nel giro di 24 ore e a costo nullo (l’attuale costo è di 16,79 euro). Ma vi sono altre questioni in sospeso.
In primis con i gestori privati dei servizi. Si sta pensando ad una transizione negoziata dei servizi che li coinvolga e che sia in linea con gli standard europei. Qui la questione diventa un po’ più complessa e si attendono nuove direttive nazionali per addivenire alla soluzione citata.