Congedo parentale, finalmente puoi farlo così: ecco cosa prevede la nuova formula
Parliamo del congedo parentale, un’agevolazione preziosa di gestione del tempo per i neo-genitori. All’orizzonte una novità dai risvolti interessanti contenuta nella Legge di Bilancio 2023. Vediamo nel dettaglio di cosa si tratta.
Dopo aver fruito della maternità obbligatoria, uno dei mesi di congedo parentale a disposizione verrà retribuito all’80%. Di esso potrà usufruirne alternativamente madre o padre. L’importante è aver maturato il diritto a partire da 1 gennaio 2023.
Il testo definitivo della Legge di Bilancio, e dunque anche la disposizione inerente al congedo parentale, è già pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, dal 30 dicembre 2022. Analizziamone compiutamente i dettagli.
L’evoluzione ultima del congedo parentale
Il diritto è stato sinora fruibile entro il sesto anno di vita del bambino e, anche in caso di adozione, entro il sesto anno dall’avverarsi della medesima (adozione, o anche affidamento). Ora, una prima novità riguarda l’estensione nella fruizione del diritto, dal sesto al dodicesimo anno di vita del nascituro (o dall’ingresso in famiglia per adozione o affido).
Sia alla madre che al padre, in tale arco di tempo, spetta un congedo di 3 mesi complessivi, indennizzati all’80% di retribuzione. Poi, in alternativa (o alla madre o al padre) vi è un ulteriore periodo di 3 mesi, sempre fruibile con l’80% d’indennità, per complessivi 9 mesi, e non più 6 mesi. Per il resto, la disciplina rimane invariata, in particolare per i massimali individuali di entrambi i genitori.
La madre può beneficiare di 6 mesi di congedo parentale per figlio ed entro i primi 12 anni, di vita o dall’ingresso familiare. Altrettanto per il padre. Questi sono elevabili a 7 mesi se il padre medesimo si sua astenuto per un periodo intero o frazionato non inferiore a 3 mesi. Inoltre, entrambi i genitori possono beneficiare complessivamente di 10 mesi di congedo parentale in presenza delle stesse condizioni.
Questi sono elevabili a 11 mesi qualora il padre si sia astenuto per un periodo continuativo o discontinuo non inferiore a 3 mesi. E se si tratta di genitore single? In tal caso ad essere riconosciuti sono gli 11 mesi, e non 10, continuativi o meno di congedo parentale. Di questi, 9 mesi e non più 6 mesi sono coperti da indennità al 30% della retribuzione. VI rientra nella fattispecie anche il genitore affidatario, con affidamento esclusivo.