Di recente è stato scoperto un materiale assolutamente favoloso che rivoluzionerà il mondo.
Presto potremmo dire addio al polistirolo, un materiale senz’altro molto inquinante che spesso troviamo negli imballaggi.
Ad oggi la maggior parte degli imballaggi è realizzato con il comunissimo polistirolo, un materiale composto essenzialmente da stirene – un derivato del petrolio composto da carbonio, aria e idrogeno.
Viene da sé che si tratta di un materiale piuttosto inquinante, che dovremmo dunque cercare di rimpiazzare con soluzioni più ecosostenibili. Per fortuna di recente è stata fatta una scoperta favolosa, ovvero un materiale che potrebbe sostituire il primo rivoluzionando il mondo.
Sono moltissimi gli attuali usi del polistirolo, un materiale ottenuto tramite la saldatura di perle composte per lo più da stirene, un derivato del petrolio decisamente inquinante dal punto di vista ambientale. Il suo impiego massiccio è dovuto al fatto che si tratta di un materiale che assorbe molto bene gli urti, essendo piuttosto resistente e offre anche un ottimo isolamento termico – motivo per cui è utilizzato anche per i cappotti termici.
Come anticipato però è piuttosto inquinante per il semplice fatto che non solo non è completamente biodegradabile, ma che soprattutto spesso viene smaltito con poca attenzione. Basti pensare che facendo una passeggiata al mare vi sarà capitato sicuramente di trovare residui di polistirolo tra la sabbia.
Di recente però la ricerca ha fatto passi da gigante nel tentativo di realizzare un materiale più ecologico che possa sostituirlo e la risposta è arrivata con la scoperta del polistirolo ecologico – ottenuto utilizzando materie prime vegetali come cellulosa dalla pasta di legno. Si tratta di un materiale ugualmente resistente – riesce a sopportare circa 200 volte il suo peso – ed essendo di origine naturale di degrada senza produrre scorie inquinanti.
Da questa sensazionale scoperta i ricercatori del Politecnico di Milano si sono mossi per cercare anche altri tipi di soluzioni alternative ed ecologiche, studiando ad esempio composti a base di radici di funghi – che solitamente vengono scartate in caso di utilizzo alimentare – da utilizzare per la realizzazione di imballaggi completamente biodegradabili. Sembra, insomma, che ben presto il polistirolo classico possa essere finalmente sostituito da alternative decisamente più ecosostenibili.