Tra poco arriverà la direttiva sull’efficienza degli immobili da parte della Commissione energia dell’Ue: scopriamo cosa cambierebbe.
Bisogna specificare che ad oggi il testo in questione è ancora soggetto a trattative, anche se sembra proprio che la strada da seguire sia ben definita. Infatti a breve l’Unione Europea emanerà la direttiva sulle efficienza energetica degli immobili. Chi sarà obbligato a fare i lavori di ristrutturazione?
Pare proprio che da Bruxelles, dopo una serie di ritrosie si sia deciso di rendere concreta la direttiva sull’efficienza energetica delle abitazioni: una novità che di fatto obbligherà gli immobili residenziali ad avere una certa classe energetica entro l’anno del 2030.
Il provvedimento in questione in realtà è un tipo di proposta non proprio inedita. Già si era stata fatta nel 2021 ma per svariati motivi non era mai passata al Parlamento. Ma quest’anno tutto cambia, il 24 gennaio infatti si prenderà una decisione sull’argomento.
Pare che si sia deciso, qualora tutto vada in porto, di segnare il 2030 come l’anno limite entro in cui le abitazioni residenziali dovranno avere almeno la classe energetica E. Poi, nel 2033 si chiederà un ulteriore passo in avanti, ponendo la classe energetica limite alla D. Invece tra il 2040 e il 2050, si pone l’obiettivo di ottenere emissioni zero.
Appare un progetto imponente ma se si da uno sguardo alla bozza passata, è una vera e propria vittoria. Prima infatti erano stati disposti tempi molto più brevi. Coloro che non si allineeranno con questa direttiva vedranno sanzioni, anche se saranno proprio i Paesi in questione che stabiliranno le cifre. Ma quello che coinvolgerà tutti è che qualora non si soddisfi questa disposizione si vedrà un abbassamento del valore di tutta l’abitazione.
Questo si traduce, per coloro che possiedono o che intendono acquistare un immobile con una classe energetica fuori questi limiti, nell’obbligo ad una ristrutturazione. Nella bozza sono state presentate anche delle esenzioni che coinvolgono il nostro Paese. Tra queste le case di interesse storico, le chiese e gli edifici di culto. Verranno protette anche le seconde case, quelle che sono abitate per almeno 4 mesi all’anno. Ma anche le case indipendenti con una superficie sotto i 50 metri quadrati.