In Italia dilaga la questione del carburante. In situazioni come questa viene spontaneo chiedersi quale sia la causa e quindi come farvi fronte. Si parla tanto delle accise, in merito. Ma è veramente solo questa la causa? Scopriamone di più.
Come si sa dalla cronaca di questi giorni, il taglio delle accise stabilito dal Governo precedente non è stato rinnovato da quello attuale. Quel che ne è convenuto è un nuovo aumento di prezzi, fra le polemiche.
Si discute comunque anche della dichiarazione rilasciata da Unione Petrolifera. Stando alla stessa, il prezzo del carburante in Italia è determinato anche da altro, oltre che dalle accise. Come stanno veramente le cose?
Si parla non di causa ma di cause per indicare il fatto che la questione del caro carburante sia in realtà una concatenazione di eventi. Il mancato rinnovo del taglio delle accise ha inevitabilmente influito, così come anche l’Iva sul prezzo gioca il proprio ruolo. Tuttavia vi sono delle altre motivazioni di fondo.
Motivazioni che illustrano altresì perché in Italia il caro carburante sia una questione così sentita, contrariamente a quanto avviene in altri Paesi, europei e non solo. Parliamo di una situazione tutta italiana: il numero eccessivo dei distributori. Sono all’incirca 21.000 le unità sparse su tutto il territorio nazionale. E’ un vero e proprio record europeo, con il doppio dei distributori rispetto al numero di Francia e Spagna, tanto per fare degli esempi.
Per citare l’esempio di un altro paese europeo, la Germania detiene un numero ridotto di un terzo rispetto al dato italiano, nonostante abbia una popolazione di circa 20 milioni in più (14.000 circa distributori). I costi di accise e Iva incidono per il 60%, ma oltre a questi ci sono quelli per la materia prima, il trasporto, oltre ai costi strutturali.
Il fatto che la distribuzione sia così frammentata comporta un’erogazione media per distributore veramente bassa. Ogni distributore in Italia eroga 1,3 milioni di litri l’anno, contro 3,7 della Germania e i 3,9 della Francia. Un erogato medio basso non fa che ridurre il margine di utile del gestore, il quale deve affrontare tutti i costi fissi. Anche voler fare degli sconti diventa impresa ardua, visto il troppo limitato margine di manovra che così si ricava sul prezzo, nella gran parte dei casi.