Arriva il Decreto Trasparenza e scoppia la rabbia da parte dei benzinai: scopriamo cos’è successo perché sembrano tutti decisi a procedere con lo sciopero.
Dopo il primissimo incontro con il governo Meloni, la categoria dei benzinai aveva aspettato e fermato tutte le possibili reazioni riguardo le disposizioni per i carburanti. Ma qualcosa è decisamente cambiato, a seguito del Decreto Trasparenza che prefigura possibili multe fino a 6mila euro per gestori, organizzazioni e distributori di benzina. Per questo pare proprio che lo sciopero sia solo una questione di tempo!
È palpabile tutta la delusione da parte del settore circa il Decreto Trasparenza con una notevole preoccupazione circa tutte le multe possibili che questo decreto ingloba. Scopriamo cosa succederà!
Come anticipato, le multe possibili possono arrivare fino ad una somma di 6mila euro per quei gestori che non espongono in maniera corretta il prezzo del carburante sul distributore e il riferimento del prezzo medio nazionale. Le organizzazioni dei gestori non nascondono lo scontento nei confronti della disposizione di governo.
Pare che ci possa essere uno sciopero per il 25–26 gennaio, già questa possibilità è stata bloccata una settimana fa, proprio perchè si attendevano di ricevere prima le nuove disposizioni del governo.
Il decreto finale scontenta le organizzazioni dei gestori, le quali dichiarano a La Repubblica che questa rabbia e delusione sono dovute al fatto che si colpevolizzano i gestori anzichè riconoscere le storture del sistema. Questo confermando quindi che con tutta probabilità si andrà verso uno sciopero.
Queste sono le dichiarazioni fatte, anche se si pensa che ciò non avverrà immediatamente, perché si vuole attendere un nuovo incontro con alcuni esponenti del governo previsto per il prossimo 17 gennaio, direttamente a Roma. L’incontro avrà come protagonisti le associazioni dei gestori e il ministro delle imprese Adolfo Urso.
Quello che ha fatto scatenare quest’ondata di malcontento sono sicuramente le sanzioni, incluse nel decreto. Ma non solo in realtà, il decreto infatti prevede anche altro: in caso di recidive anche la sospensione dell’attività fino ad un massimo di 90 giorni.
I rappresentanti dei gestori proprio non ci stanno, sostenendo che sembra che siano loro la causa dell’aumento dei prezzi. Stiamo a vedere come si evolverà la situazione che già pare piuttosto tesa.