Al via il rinnovo dell’assegno unico. Previsto al riguardo un ricco aumento, ma attenzione a rispettare tutte le incombenze. In caso contrario si rischia di rimanere con solamente 50 euro di erogazione.
L’importo citato corrisponde al minimo per l’assegno unico ed è la cifra prevista a prescindere dalle condizioni personali e familiari del soggetto. Certo, laddove quest’ultimo non ottemperi agli obblighi di legge.
Tutti coloro i quali usufruiscono dell’assegno unico dovranno infatti rinnovare la documentazione a sostegno della domanda entro il 28 febbraio prossimo. Vediamo di cosa si tratta e quali sono i passaggi da compiere.
Risultano tra i beneficiari dell’erogazione anzidetta 5 milioni 330.000 famiglie. Il 18% di esse prende già la corresponsione dell’assegno minimo, in base alla condizione economica. La problematica che qui ci si pone è quella riguardante tutte le altre famiglie, quelle percettrici di un assegno al di sopra, o anche molto al di sopra rispetto la soglia minima.
Gli importi stabiliti a famiglia per ciascun figlio infatti, partono dal presupposto dell’Isee, ovvero l’indicatore della situazione economica equivalente del nucleo familiare. Ciò vale anche per il 2023, sebbene il Governo abbia già annunciato di voler intervenire sul paramentro di riferimento che dia accesso alla misura.
Per ottenere l’indicatore aggiornato, le famiglie dovranno inviare la Dsu (Dichiarazione Sostitutiva Unica) entro il 28 febbraio all’Inps. Diversamente si riceverà l’importo minimo a prescindere, salvo poi entro il 30 giugno aggiornare l’Isee e richiedere gli arretrati decorrenti da marzo. Per chi adempirà dopo, non potrà che ricevere l’assegno unico aggiornato al momento di effettiva presentazione della Dsu, senza percepire arretrati.
La scadenza in oggetto è da rispettare altresì per 350.000 nuclei familiari che aspettano la corresponsione dell’assegno unitamente al Reddito di cittadinanza. In tal caso vi è una particolarità, poiché il rinnovamento dell’Isee è la base anche per poter ricevere il Reddito in questione.
Meglio prender nota delle suddette scadenze, poiché, anche se non lo si penserebbe, lo scorso anno sono state numerose le famiglie interessate a non aver avuto accesso alla misura. Tra questi dati, anche la mancata presentazione dell’Isee aggiornato per 42.899 figli disabili.