Unione Europea, nuova stretta sulle case degli italiani: costretti a spendere una cifra esagerata
Parliamo della nuova regolamentazione da parte dell’Unione Europea i cui effetti saranno percepibili da parte degli italiani, anche in termini di portafoglio.
Varata la nuova direttiva da parte della Commissione Europea. La medesima prevede dei tempi piuttosto stretti per adeguarsi al livello di efficientamento energetico previsto.
L’efficientamento in questione è previsto per tutti i condomini e gli appartamenti residenziali. Il tema in discussione, quello relativo alle soglie di consumo per le palazzine, oltre che i singoli appartamenti, è strettamente connesso al Superbonus introdotto dall’allora Governo Conte. La direttiva europea verrà sottoposta a votazione del Parlamento Europeo il 24 gennaio. Cosa prevede, e quali sarebbero gli effetti?
La direttiva e la stretta sull’efficientamento energetico
Tutto parte da quelli che sono gli obiettivi dell’Ue per il settore dell’efficientamento energetico. Vale a dire una conformazione green per le nuove abitazioni, le quali dovrebbero venire costruite tutte ad emissioni zero entro il 2030. Inoltre, l’adattamento degli edifici esistenti, il quale si dovrebbe completare entro il 2050 divenendo così anch’essi a zero emissioni.
Ma si prevede anche altro. In particolare, il provvedimento oggetto di discussione contempla nello stesso arco temporale, anche che tutti gli edifici residenziali risultino quantomeno appartenenti alla classe energetica E. Introdurre una disposizione di tale segno in un Paese come l’Italia, dove la situazione abitativa attuale è piuttosto distante da tali standard crea problemi di non poco conto.
Si consideri che in Italia il 60% degli edifici, ossia la quasi totalità di quelli realizzati antecedentemente gli anni ’90, si ritrovano collocati in classi energetiche F e G. Non solo, ma se ciò è previsto per il 2030, entro il 2033 la direttiva nel suo testo contempla il passaggio uniforme alla classe D. Nel giro di pochi anni, svariati milioni d’italiani sarebbero dunque costretti a sostituire caldaia ed infissi.
Certo, la spesa singolarmente considerata non si rivela di poco conto e ci sono certamente diversi nuclei che, se approvata la direttiva così com’è, non potrebbero permettersela. Rimane dunque la questione in bilico, così come ci sarà da vedere se potrebbero essere altresì approvati delle nuove sovvenzioni per tale spesa.