Parliamo qui degli insetti a tavola. Si tratta certamente di un’ipotesi previsionale per il futuro, per continuare a garantire la continuità sul piano degli approvvigionamenti alimentari, com’è noto. O forse no? A dire il vero gli insetti sono già stati in parte introdotti sulle nostre tavole.
E’ molto probabile che si sia incominciato a mangiare insetti, ma senza rendersene conto. Mangiamo quindi gli insetti e non lo sappiamo? Il via libera in Europa per la farina di grillo ha innescato la discussione.
A parte la farina di grillo, in Italia si consumano già (e si consumavano anche prima) degli alimenti, delle bevande, dov’è possibile riscontrare presenza di tracce d’insetti. Scopriamone maggiormente a riguardo.
Avete presente le bevande rosso rubino? Il colore molto spesso non deriva dall’apporto di additivi di natura vegetale. Per le stesse può essere lecitamente utilizzato l’estratto di cocciniglia. Certo, la questione, portata a galla da “La Repubblica” induce a riflettere. Si tratta di una pratica, ad onor del vero, più diffusa in passato che oggi, ma comunque non è da escludere.
Così come era pratica diffusa, e mai del tutto superata, impiegare l’estratto di cocciniglia per la produzione di caramelle rosse, così come di yogurt, liquori, altre bevande. Le cocciniglie vengono impiegate ora nell’industria alimentare in particolar modo nelle isole Canarie ed in Perù. Vengono raccolte dai fichi d’india e lasciate ad essiccare al sole per ricavarne una polvere.
Da quest’ultima, trattata con dell’acqua calda, si perviene all’estrazione della sostanza rossa. Nel tema insetti nel cibo bisognerebbe includere anche la questione attinente ai frammenti che accidentalmente vi capitano dentro. Una ricerca condotta in concomitanza dall’Università Iulm di Milano e dal Centro per lo Sviluppo Sostenibile ha portato a conoscenza il fatto che in Italia si arriva a consumare circa mezzo chilo d’insetti per consumatore.
Consumo che ovviamente avviene ad insaputa del consumatore. Se si considera che una barretta di cioccolato può arrivare a contenere fino ad 8 frammenti d’insetti, e che un bicchiere d’aranciata può contenere fino a 5 tracce dello stesso tipo, la questione si pone. Parliamo di prodotti che ricevono la qualifica standard per l’ingresso sul mercato alimentare.
Infatti la presenza d’insetti in quantità così ridotte è tollerata vista la difficoltà, se non l’impossibilità di scartare del tutto il rischio di una tale ingerenza. Gli insetti si trovano infatti dappertutto, finanche nei luoghi dove il cibo viene prodotto, o in quei luoghi di conservazione e stoccaggio del medesimo.