Arriva in queste ore un annuncio che ha del clamoroso: due paesi del Sud si preparano ad avere una moneta unica.
Qualche giorno fa il Financial Times, ha reso noto che è questione di giorni e vedremo l’inizio di un nuovo progetto. Infatti sia Brasilia che Buenos Aires avvieranno un progetto per la creazione di una moneta unitaria, la seconda più grande dopo l’euro. Scopriamo tutti i dettagli!
Di fatto l’obiettivo è quello di istituire una valuta sudamericana che possa essere usata per tutti i flussi economici, dimezzando così i costi operativi e di conseguenza la vulnerabilità esterna del continente.
I presidenti del Brasile e dell’Argentina, nella giornata di ieri hanno messo nero su bianco questa decisione proprio nella famosissima rivista Perfil. Ma scopriamo questo maestoso progetto.
Come riferisce il portale greenme.it, la nascita di questa nuova valuta è nata da una proposta di Fernando Haddad, ministro dell’Economia di Lula, e prende il nome di Sur. La moneta dovrebbe circolare assieme alle altre monete già in circolo, ovvero il real del Brasile ed il peso dell’Argentina.
Tutte le specifiche devono ancora essere chiarite e questo avverrà nella capitale dell’Argentina. Questa farà infatti da scenario al vertice della Comunità degli Stati Latinoamericani e Caraibici, (Celac), ovvero un organismo nato una decina di anni fa, grazie a Lula e Chávez nella città di Caracas.
L’idea di una valuta del genere non è inedita in quanto già in passato e durante la presidenza di Lula, sia il Brasile che l’Argentina ne avevano parlato. Un progetto che non ha visto però la luce a causa del secco rifiuto della banca centrale verde-oro. Adesso per i tempi sembrerebbero essere ormai maturi.
Questo anche a causa dell’addio di Bolsonaro. Dopo la sua uscita di scena, l’organizzazione riprende ad avere l’importanza che aveva perso e si presta ad una vero proprio inizio. Tra i passaggi più delicati ci sarà senza dubbio quello in cui bisognerà capire come l’introduzione di questa nuova moneta potrà incidere sul commercio delle regioni ed abbassare il rapporto di dipendenza con la moneta USA.
L’unione sancita con questa moneta che investe tutta l’America del sud potrebbe incarnare il 5% del Pil mondiale, ovvero 1/3 della zona euro, che tocca il 14% del Pil internazionale. Non resta quindi che attendere i prossimi sviluppi per capire come questa storia andrà a finire.