“Mesi di attesa”: il sistema è in affanno, piovono denunce da tutta Italia
In Italia una questione che si presenta da svariati decenni è quella burocratica. Non è una novità che si vada incontro a delle lentezze sul piano burocratico, ma in questi giorni stanno venendo fuori proteste e denunce sull’ultimo caso!
La situazione è talmente caotica da aver mandato in tilt la Questura di Parma. Ma le denunce piovono da tutta Italia, e il quadro non è rassicurante.
Si tratta nello specifico di un ritardo davvero eccessivo in un particolare adempimento burocratico. Il che crea problemi ai cittadini e alla loro mobilità. Scopriamo gli ulteriori dettagli.
Lo stato di stop burocratico e le denunce dell’ultimo periodo
In seguito al biennio di stallo per la pandemia, alla crisi dovuta all’attacco russo in Ucraina, al caos attinente ai voli estivi e il boom dell’inflazione, ora ci si ritrova a dover contrastare una situazione data da “inaccettabili lentezze” sul piano burocratico. E’ quanto lamentato dalla Federazione Turismo Organizzato in merito alla questione che ha colpito i passaporti.
La Federazione menzionata è in capo a Confcommercio, che denuncia un’inammissibile ritardo di diversi mesi per le procedure le quali hanno lo scopo di approvare e rinnovare i passaporti. Il caso della Questura di Parma è un caso emblematico, ma sembra che la macchina burocratica sia inceppata in buona parte dell’Italia.
Nel caso di Parma, i primi appuntamenti sono stati previsti solamente a partire dal prossimo mese, per iniziare a rilasciare e a rinnovare passaporti. Vi è poi, ad esempio, anche la stessa questione a Ravenna, dove molti cittadini risultano in attesa da sei mesi per i servizi medesimi.
Ma è appunto in diverse parti d’Italia che arrivano segnalazioni e denunce da parte di organizzazioni. Ai tour operator e alle agenzie di viaggi vengono fatti presenti i ritardi, e le stesse sono distribuite un po’ dappertutto. Oltre ai casi già segnalati, anche a Napoli, stando a quanto riportato dal quotidiano Il Mattino, vi sarebbero oltre 5.000 richieste pendenti.
Ci si lamenta, in tal caso, di personale ridotto all’osso. Ma si fa presente altresì di come la situazione non differisca da quelle delle altre principali città italiane.