Clima teso in merito ad un argomento particolarmente spinoso quale quello dei buoni pasto: sul tema si è infatti reso necessario il chiarimento da parte dell’Aran.
Da diverse settimane non si fa altro che parlare dei buoni pasto e tutto a causa di un recente dibattito. Di fatto sappiamo che si tratta di una sorta di agevolazione a cui hanno diritto non solo i lavoratori che lavorano in presenza, ma altresì quelli che lavorano da remoto.
In queste ore però è arrivato un vero e proprio chiarimento in merito. A quanto pare non tutti i lavoratori che operano a distanza ne hanno diritto ed a dirlo è stata proprio l’Aran.
L’Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni ha fatto alcuni chiarimenti in merito. La distinzione che ha operato sul tema di tale diritto è netta tra il lavoro da remoto e il lavoro agile. Vediamo meglio in quali termini è posta la questione.
I lavoratori ai quali si opera riferimento sono quelli del settore pubblico che lavorano in smart working E quindi da remoto. Per come è appena stato chiarito, nel momento in cui è stata prevista l’assegnazione dei buoni pasto, ci si riferiva ad una mera possibilità. L’ultima parola in tema resta all’amministrazione di competenza.
Ogni singolo ente operante sul territorio nazionale infatti, detiene la discrezionalità organizzativa. Ciò sempre nell’ambito di quanto previsto a livello legislativo. La risposta in questione è stata fornita per mezzo della nota del Dipartimento della Funzione pubblica 0047621, datata 10 giugno 2022.
La questione dibattuta è la seguente: si prevede l’erogazione dei buoni pasto solamente per i lavoratori da remoto. E per gli operatori, nello specifico, del lavoro agile?
Innanzitutto si è chiarito che non tutti i lavoratori da remoto ne hanno accesso ma dipende dalla singola amministrazione. Per quel che poi riguarda l’erogazione a chi effettua il lavoro agile, essi costituiscono una parte dei lavoratori operanti in smart-working. Sono quei lavoratori senza vincoli di orario o di luogo per la prestazione lavorativa.
Invece nel lavoro da remoto, il lavoratore ha vincoli di entrambi i tipi, seppur operante a distanza rispetto alla sede dell’ente per cui si lavora. Secondo quanto altresì specificato dall’Aran, la possibilità del buono pasto sussiste solamente per i lavoratori da remoto, in quanto sottoposti ai suddetti vincoli.
Nel lavoro agile l’erogazione non è prevista, dunque nessuna amministrazione potrebbe disporla nei limiti della propria discrezionalità. Si chiude così la porta ad ogni dubbio avanzato in materia dai lavoratori in smart-working senza vincoli di orario e luogo di prestazione.