Tra i vari bonus concessi al cittadino vi è anche il bonus Pos. Ma come si richiede senza errori?
Le spese versate per il Pos danno diritto ad un credito d’imposta. Per i clienti non vi sono costi, ma altrettanto non succede per gli esercenti.
E’ proprio a questi ultimi che si rivolge la possibilità di bonus in questione. Tutti i commercianti, unitamente ai professionisti che sono obbligati a dotarsi di Pos e che ricevono diversi pagamenti in tale forma, hanno diritto al bonus.
Chiaramente, al sottostare di determinati requisiti. Le transazioni sminuiscono il guadagno, da qui la necessità di un determinato sostegno. Questo si rivelerà molto utile specie laddove il guadagno si fondi su un determinato margine che alle volte è di centesimi, come ad esempio in un bar o un’edicola.
Per come si anticipava, il bonus consiste in un credito d’imposta ed è pari al 30% su ogni commissione. Può essere solamente utilizzato in compensazione a debiti fiscali, vista la sua natura giuridica. Ogni mese, l’ente erogatore del servizio del Pos inoltra un documento ai propri aderenti. In esso è presente l’importo totale delle commissioni pagate nel mese appena trascorso, oltre al relativo calcolo del 30%.
E’ la medesima documentazione la cui copia viene inoltrata all’Agenzia delle Entrate, da parte dell’ente medesimo. A sua volta, anche l’esercente dovrà comunicare all’Agenzia delle Entrate, entro il ventesimo giorno del mese successivo, l’ammontare del bonus. Essa può essere inoltrata tramite il canale telematico a disposizione.
La richiesta, che potrà essere inoltrata anche dal commercialista, dovrà comprendere il numero delle operazioni del mese precedente, l’importo di ogni commissione, e senza tralasciare i costi fissi ove presenti. Ma, a questo punto, chi può beneficiarne in concreto?
Possono beneficiarne tutti i professionisti, commercianti, artigiani in possesso di partita Iva e con ricavi non superiori a 400.000 euro nel 2022. Il regime fiscale scelto non ne preclude la possibilità. In merito all’entità delle commissioni, ritenute eccessive, il Governo terrà a marzo un tavolo fra tutte le parti sociali interessate.
Si discuterà, con le associazioni di categoria, dell’opportunità di azzerare o quantomeno abbassare il livello delle commissioni pagate attraverso Pos. Si è pensato di azzerare le commissioni per i pagamenti al di sotto di 10 euro, oltre ad abbassare quelle per i pagamenti che non superino quota 30 euro. Si pensa così di sperimentare tale configurazione per un anno. Ma al momento si tratta soltanto di ipotesi.