Cresce il disagio mentale, specie per bambini e adolescenti per i postumi del Covid-19. Scopriamo i dettagli.
Sono in crescita le richieste d’aiuto, ma in particolare quelle da parte dei più giovani. Chi soffre di un disturbo, sul piano mentale, non può fare affidamento sul Servizio Sanitario Nazionale.
Laddove vi siano particolari disturbi avvertiti, è possibile rivolgersi ad un pronto soccorso. Ma ciò porta sì e no alla prescrizione di uno psicofarmaco.
Parliamo pertanto di casi per i quali rivolgersi perlopiù a cure private, ma vi è sempre la discriminante tra chi può permetterselo e chi no. Vediamo in particolare i dati e le cifre.
Nel nostro Paese i centri di salute mentale sono davvero saturi e la situazione complessiva non è delle migliori. I medici preposti a tali cure, in convenzione con il servizio pubblico, sono troppo pochi. Inoltre per come già fatto notare, laddove ci si rivolga al pronto soccorso si potrebbe ottenere la prescrizione di uno psicofarmaco, ma non di più.
Vale a dire, non un servizio appositamente dedicato, sotto forma di percorso terapeutico medico-paziente. Per quello esistono soprattutto i canali privati. Certo, è subentrato da ultimo il bonus psicologo. Si tratta di un’agevolazione sulla spesa totale, eppure le richieste volte all’ottenimento non si sono lasciate attendere.
Parliamo di ben 395.604 domande per il bonus psicologo, pervenute all’Inps in autunno. In totale sono state accolte 41.657 domande, poco più che una su dieci. Il nuovo governo ha da ultimo rifinanziato la misura, ma con 5 milioni per il 2023 e 8 sono in previsione per il 2024. È veramente poco se si tiene conto che, con le cifre viste prima corrispondevano ad uno stanziamento di 25 milioni per il 2022. Cosa fare allora, per chi non riceve il bonus o comunque non può permettersi l’aiuto privato?
Resta l’alternativa del Centro di Salute Mentale di riferimento per la propria zona, ma anche lì, per quanto segnalato in precedenza, l’aiuto non è immediato. In particolare si dovrebbe essere fortunati ad ottenerlo, viste le code di richiesta e i pochi camici bianchi ad occuparsene. I finanziamenti erano stati riconosciuti tra l’altro non sulla base del disagio, ma sulla base delle condizioni economiche familiari.
In relazione al disagio bastava infatti un disturbo segnalato dal paziente stesso, anche dovuto al quadro post-covid, con l’isolamento che ne era scaturito. Sono molti poi, i casi di bambini con disturbi legati ai comportamenti alimentari, i quali più di tutti hanno determinato la differenza. Si pensi che nel 2018 gli accessi all’Ospedale Mayer di Firenze (per citare un esempio rilevante) sono stati 226, mentre nel 2022 si è saliti a 624 casi.