Prestiti, saltare una rata si può? Ecco cosa rischi

Le varie rate che compongono un prestito: cosa accade se si salta una fra queste? – newsecologia.it

In materia di prestiti, si può saltare una rata? Cosa accadrebbe? Scopriamolo. 

In un contratto di finanziamento personale, l’ente che eroga il prestito mette la somma a disposizione del soggetto. Quest’ultimo si impegna alla restituzione del credito in rate mensili, includenti sia la quota capitale che la quota interessi.

Ora, il legislatore ha previsto che in casi specifici il ricevente il prestito possa trovarsi in difficoltà. Ha allora stabilito, conseguentemente, una disciplina minima e dunque non un sistema totalmente rigido per la restituzione del prestito. Ma a quanto corrisponde il limite individuato? Continua a leggere e lo scoprirai.

Saltare le rate in un prestito

Il fatto di saltare una rata non è purtroppo esente sul piano delle conseguenze. Vi sarà fino ad un certo punto (come presto si vedrà) una tolleranza, ma ogni pagamento posticipato di una rata è soggetto per propria natura agli interessi di mora. Comunque, ciò avviene a patto che il tasso d’interesse moratorio sia preventivamente stabilito sul contratto stesso e che non superi il 4% di maggiorazione sugli interessi normalmente applicati.

In merito alla mora, vi è la tolleranza su tutte le rate. Vale a dire che, ogni rata, può essere pagata in mora e senza conseguenze sulla regolare esecuzione contrattuale che possa essere contestata al debitore. Se si considera che la mora si applica fino a 30 giorni, si potrebbe ritardare il pagamento fino a 29 giorni senza conseguenze legali.

Certo, le conseguenze verterebbero comunque sul fronte economico per il debitore e ciò fa sì che tale situazione venga preferibilmente evitata da parte di quest’ultimo. Ora, cosa succederebbe laddove il pagamento rateale avvenisse oltre i 30 giorni canonici previsti? Se il pagamento di una rata eccede i 30 giorni, ma avviene comunque in un arco di tempo che non arrivi a 180 giorni, le sorti del prestito saranno afferenti alla frequenza con cui si verifica la fattispecie medesima.

Se nell’arco del piano di restituzione ciò avviene sei volte, il prestatore può ottenere, su propria richiesta, la risoluzione unilaterale del contratto, con la revoca del prestito. Il debitore dovrà quindi versare l’intero importo rimanente in un’unica soluzione, comprensiva altresì degli interessi stabiliti. Ma ricordiamo che si tratta della sesta volta.

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Il caso di superamento dei 180 giorni

Laddove invece si superino i 180 giorni per il pagamento di una singola rata, il debitore è da intendersi come inadempiente. In caso di inadempienza, l’ente erogante il prestito può adire la via giudiziaria e richiedere l’invio di un decreto ingiuntivo, da parte del tribunale, al debitore. È un atto con il quale viene richiesto formalmente al debitore di adempiere per le somme non versate.

Il debitore stesso ha 40 giorni di tempo per opporre eccezioni al provvedimento, dimostrando ad esempio di aver pagato in tempo le somme contestate. Diversamente il medesimo termine sarà valido come termine di pagamento per via dell’ingiunzione. Laddove il debitore non faccia nulla, scatterà il pignoramento sui beni. Esso può riguardare casa o altri beni personali, così come il conto corrente e la pensione.