Sembra proprio che l’accordo sull’idrogeno nucleare sia saltato e che ora gli accordi siano tutti da rifare.
Negli ultimi tempi – soprattutto a causa della crisi energetica che ha colpito tutta Europa – si è parlato moltissimo delle alternative che gli Stati possono adottare per la produzione di energia, che in vista della piena transizione a fonti ecosostenibili, dovrebbe essere anche estremamente green.
Proprio per questo si è dibattuto a lungo sul tema dell’idrogeno nucleare, fonte energetica al momento vista come la migliore tra le offerte sostenibili proprio dal punto di vista ambientale – come già stabilito nel documento redatto dopo la COP26.
Sembra però che ad oggi il Consiglio degli Affari Esteri, tenutosi in queste ore a Bruxellex, non sia riuscito ad adottare nuove conclusioni sull’argomento e che pertanto sia necessario ripartire daccapo.
Prima di capire cosa si sia allenato il Consiglio degli Affari Esteri, vale la pena approfondire cosa sia effettivamente questo idrogeno nucleare, partendo prima dal concetto di “idrogeno verde“. Si tratta di un tipo di idrogeno ottenuto sfruttando fonti rinnovabili di energia come quella solare o eolica; prodotto grazie ad un processo noto come elettrolisi dell’acqua, questo non produce emissioni di CO2, al contrario di quello ottenuto con fonti di energia come carbone o gas.
Ad oggi, secondo l’Unione Europea, è possibile produrre idrogeno verde anche attraverso l’energia nucleare, come suggerito nella bozza di regolamento tecnico presentata di recente dalla Commissione europea in merito agli standard da tener presenti per l’idrogeno rinnovabile – che permetterebbe dunque una transizione verso un’economia più sostenibile.
Quello che dunque in queste ore si doveva raggiungere, anche in vista dell’imminente COP28 a Dubai, era un documento contenente nuove conclusioni sull’argomento, ma sembra che gli Stati non siano riusciti a mettersi d’accordo durante l’ultimo Consiglio degli Affari Esteri che si è tenuto in queste ore a Bruxelles – che avrebbe dovuto stilare la sezione finale della Diplomazia climatica ed energetica.
Quest’ultimo sarebbe un aggiornamento importantissimo rispetto al documento che ha seguito la COP26 sui cambiamenti climatici, nel quale si sottolineava sia l’importanza del coinvolgimento dell’Unione europea nell’attuazione dei risultati ottenuti dopo il vertice ONU, soprattutto nei confronti dei paesi terzi, ma anche che gli Stati membri si sarebbero impegnati ad offrire un’alternativa energetica sostenibile.
Gli equilibri sono però leggermente cambiati di recente, soprattutto a causa della situazione in Ucraina, motivo per cui sono cambiate notevolmente le priorità diplomatiche dell’UE. Sembra però, secondo diverse fonti, che il testo sia stato approvato quasi interamente, per cui si auspica che si possa arrivare ad un accordo finale entro i prossimi giorni.