Trentino, il ciclo dall’acqua alla neve: un bacino da record
Le temperature fuori stagione provocano problemi agli impianti sciistici: arriva una possibile soluzione, scopriamo di cosa si tratta.
Se l’incremento delle temperature può essere un problema per gli amanti delle piste da scii, non dobbiamo dimenticare chi con la neve ci lavora, ovvero i lavoratori degli impianti sciistici. Per controbilanciare sia il caro energia che le temperature fuori stagione occorre un piano concreto che possa supportare questo settore che per motivi evidenti sta vivendo un periodo di forte difficoltà.
Si pone il focus sulla risoluzione che potrebbe avere l’innevamento programmato, possibilità che vanta di un livello di tecnologia sempre più raffinata.
Stiamo parlando di dispositivi che possono essere gestiti a distanza con temperature di massima e minima e quantità di acqua il tutto programmabile e gestibile.
La risoluzione del problema potrebbe avvenire in Trentino
Per questo sistema va da sé che è decisivo l’elemento dell’acqua, tanto che è necessario che venga è stoccata in quota così da rendere programmabili le attività. Un ottimo ideale per questa strategia sarebbe nel bacino idrico in alta Val Mastellina, il più grande del Trentino.
Di fatto si attuerebbe un deflusso minimo vitale, ovvero prendere solamente l’acqua in eccesso, di modo che venga rispettato sia l’ambiente che i bisogni urbanisti, oltre che alle norme.
Produrre le neve per ostacolare i problemi di temperature
Cristian Gasperi, dirigente Funivie Folgarida Marilleva aggiunge che contano di un numero di 600 generatori di neve nella zona di Folgarida Marilleva e tanti altri in quella di Madonna di Campiglio. Ci entrano sia il tubo dell’aria compressa che quello dell’acqua, questi due elementi permettono di fatto la produzione della neve.
Questo sistema circolare permetterà all’acqua pura derivata della neve di essere programmata nella stagione primaverile direttamente nel bacino di provenienza. Ma non è finita qui, la nuova tecnologia dei mezzi battipista può anche sondare la neve sotto i cingoli. Il gattista Tommaso Albasini, ha spiegato che può uniformare con più efficacia la neve sulla pista in questo modo, riducendo tempo, soldi e sprechi di acqua ed energia per la produzione di neve artificiale.
Di fatto la neve artificiale è un vantaggio sotto tantissimi punti di vista: sostiene il paesaggio, riesce ad abbassare le emissioni, razionalizza le dosi di acqua e tutela anche le leggi ambientali, tutti questi aspetti si legano tra loro e chi lavora con la neve li conosce bene, soprattutto considerando il periodo storico che stiamo attraversando.