Nei prossimi mesi l’IVA potrebbe sparire da questi beni, ecco tutte le proposte da parte del Governo.
Da moltissimo tempo si discute dell’IVA e della necessità di eliminarla da alcuni beni considerati di prima necessità. Finalmente questa “rivoluzione” potrebbe essere messa in atto da un disegno di legge proposto in queste ore dall’esecutivo guidato da Giorgia Meloni.
Puntando soprattutto ad una semplificazione del rapporto tra contribuente e fisco sono infatti previsti diversi aggiustamenti in materia economica, come di può per altro già leggere nelle prime slide diffuse sull’argomento.
Le novità dunque non si limitano solo all’IVA ma anche ad una serie di norme che annunciano una riforma fiscale dalle importante.
Sembra finalmente che anche l’Italia sia pronta per un importante cambiamento in merito all’IVA – ovvero l’Imposta sul valore aggiunto ad oggi fissata al 22% per la maggior parte dei beni e al 4% per una serie ridotta di prodotti. Come spiegato da diversi giornali in queste ore, le prime slide della riforma fiscale sono già state presentate e si parla, tra le altre cose, anche di eliminare quest’aliquota su alcuni articoli.
In particolare, in primo luogo si mira ad un allineamento tra l’IVA nazionale e quella europea anche nell’ottica di semplificare la disciplina per migliorare il rapporto tra il contribuente e il fisco – come ha sottolineato anche il sottosegretario Sandra Savino. Ad essere interessati da questo cambiamento radicale sarebbero i beni di prima necessità come pane e pasta, mentre alimenti come carne e pesce potrebbero godere ci un’aliquota ridotta al 4%.
Come anticipato però il ddl che la prossima settimana arriverà in Consiglio dei ministri non riguarda solo l’IVA e la sua riduzione o comunque semplificazione, ma anche altri aspetti economici di cui si discute ormai da moltissimo tempo. Si parla infatti della riduzione dell’Irpef a tre scaglioni in modo tale da arrivare alla flaxt tax per tutti i lavoratori.
Nello specifico si parla di semplificare le norme per il fringe benefit dei lavoratori dipendenti e di ridurre le ritenute sui compensi nel caso il lavoratore autonomo sostenga alti costi per dipendenti e collaboratori.
Si parla inoltre della riforma dell’Ires – ovvia l’imposta sui redditi delle società – portandola a due aliquote e ridotta rispetto al 24% per la quota destinate a investimenti qualificati o che riguardano la nuova occupazione. Infine è previsto anche un nuovo modello di accertamento fiscale per l’Agenzia delle Entrate che riguarderà le piccole imprese, mentre per le più grandi subentrerà una sorta di negoziato tra questa e il fisco.