Il prezzo dei carburanti potrebbe salire fino a 10 euro al litro dal 2026, una situazione che non si fatica a definire folle.
Per i prossimi anni la situazione carburante è destinata a cambiare profondamente soprattutto per permettere la completa transizione ecologica – su cui al momento l’Europa ha deciso di concentrare tutte le proprie energie.
Una situazione che renderà necessario però diversi sacrifici, soprattutto da parte dei cittadini, che si ritroveranno non solo a dover correre ai ripari con mezzi di trasporto estremamente costosi, ma anche con un ulteriore scatto dei prezzi del carburante.
Fino al 2026 infatti il prezzo di quest’ultimo potrebbe toccare delle cifre davvero folli, ovvero 10 euro al litro. Ma perché?
Nelle ultime settimane insomma si parla con particolare insistenza della transizione ecologica a cui mira l’Europa per i prossimi anni – motivo per cui è stato fissato il 2026 come anno limite per il passaggio ad energie rinnovabili in diversi ambiti. Ad esempio entro l’1 gennaio di quell’anno tutti gli edifici gestiti o di proprietà degli enti pubblici dovranno essere a zero emissioni e per questo fino alla fine del 2025 sono stati rinnovati gli allentamenti straordinari delle regole per gli aiuti di stato.
Si cerca, insomma, di accelerare il processo – da un lato sia per l’emergenza climatica che stiamo vivendo e dall’altra anche per la crisi energetica che ha colpito l’Europa e non solo nell’ultimo anno. In quest’ottica però bisogna precisare che non saranno solo gli edifici ad essere interessati ma anche le automobili – che entro il 2035 dovranno essere a zero emissioni e finora abbiamo parlato di macchine elettriche.
La Commissione europea però ha raggiunto un’intesa con la Germania per far sì che oltre quella data possano essere ancora vendute auto con motori endotermici, a condizione che siano alimentate con e-fuel, una miscela ad impatto zero ottenuto attraverso l’elettrolisi dell’acqua. C’è però un ostacolo enorme da superare, ovvero il costo di questo nuovo strumento: per ora, secondo gli esperti, il suo costo finale dovrebbe essere di circa 10 euro al litro, una situazione chiaramente insostenibile.
Entro il 2025 insomma saranno dismessi i motori tradizionali ma, insieme alle macchine elettriche, si potranno ancora guidare quelle con motore endotermico a patto che siano alimentate con carburanti ad impatto zero sull’ambiente. Al momento la soluzione più gettonata per sostituire la benzina e il diesel sarebbe l’e-fuels (contrazione della parola electrofuels), una miscela ottenuta attraverso l’elettrolisi dell’acqua e impiegando esclusivamente fonti rinnovabili per ottenere idrogeno.
Questo, successivamente, viene miscelato con il CO2 direttamente preso dall’aria e proposto in questo modo al pubblico – per altro sfruttando le infrastrutture già esistenti. Il vero ostacolo, almeno al momento, di questo nuovo carburante è il fatto che non è completamente ad impatto zero; da un lato produce a sua volta CO2 – per quanto poi ricatturata dall’aria per produrre di nuovo la miscela – mentre dall’altra risulta piuttosto impattante sul fabbisogno idrico (per produrre un litro di e-fuel ci vogliono 2 litri di acqua).
Secondo gli esperti però in questo modo sarebbe possibile eliminare le emissioni di particolato, l’agente inquinante che ha avvelenato la nostra aria e responsabile dunque di moltissime patologie di tipo respiratorio. I pro e i contro insomma si equilibrano quasi alla perfezione, non fosse che il costo eccessivo della miscela – 10 euro al litro – ad oggi è visto come un enorme ostacolo; gli esperti però confidano nel fatto che questo problema possa essere risolto grazie ad economie di scala (ovvero che il costo possa scendere una volta prodotto in gran quantità).