La siccità è un problema che affligge l’Italia da anni, ma il recente e nuovo decreto di siccità potrebbe rappresentare una svolta.
Il nuovo decreto – approvato di recente dal Consiglio dei Ministri – prevede multe fino a 50 mila euro per chi estrae acqua pubblica in modo illecito, e semplificazioni procedurali per la manutenzione della rete idrica e l’uso di acque depurate e dissalatori.
Inoltre, la “cabina di regia” e il “commissario straordinario” saranno due figure incaricate di individuare gli interventi prioritari sulla rete idrica e sugli invasi e si assicureranno che vengano realizzati in fretta. Questi responsabili, se necessario, prenderanno il posto degli enti locali che non sono stati in grado di soddisfare i loro obblighi.
La cabina di regia dipende funzionalmente dalla presidenza del Consiglio e sarà presieduta dalla premier Giorgia Meloni o dal ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini. A farne parte saranno 7 dicasteri più il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega agli investimenti pubblici.
Il commissario avrà il compito di monitorare gli interventi segnalati dalla cabina e interverrà solo se gli enti locali, o di altri soggetti che dovrebbero realizzare le opere, non procedono o lo fanno molto lentamente. Ad accompagnarlo verrà creata una struttura di supporto di massimo 25 funzionari.
Il decreto prevede inoltre procedure accelerate e tempi certi per la manutenzione della rete idrica, per aumentarne l’efficienza e per il drenaggio degli invasi. Solo il 70% degli invasi in Italia è in piena funzione e questa fetta di bacini permette solo il 55% della capacità reale. Sugli invasi i tempi sono stretti: entro il 30 giugno saranno individuate le dighe da dragare e gli interventi dovranno essere effettuati entro il 30 settembre – in tempo per raccogliere le piogge autunnali.
Il decreto siccità prevede anche semplificazioni per il riutilizzo delle acque reflue in agricoltura, una misura molto attesa dalle associazioni ed enti di categoria. Pensate che oggi solo il 4% delle acque reflue viene effettivamente riutilizzato, ma l’unica condizione per il riutilizzo è che il depuratore fissi i parametri qualitativi dell’acqua.
La premier Meloni ha dichiarato che nessun governo aveva affrontato la crisi idrica in modo strutturale fino ad ora e che il decreto siccità era atteso da oltre un mese. Quindi è arrivato il momento: si procederà a tappe forzate per la manutenzione della rete idrica e ci si assicurerà che gli interventi prioritari vengano effettivamente realizzati.
Speranzosi che questo decreto possa rappresentare un importante cambio positivo nella gestione della carenza d’acqua in Italia.