Leggi più stringenti contro il fumo, il divieto non si limita più solo ai luoghi al chiuso ma si applica anche in alcuni casi all’aperto.
È da decenni che ormai le normative europee e anche italiane stanno mettendo a punto politiche di contrasto, sempre più severe e più rigide contro il fumo, per proteggere e tutelare la salute dei non fumatori, danneggiati dall’impatto del fumo passivo, e dell’ambiente. La legge n.3 del 16 gennaio 2003 l’Italia dice no al fumo nei luoghi pubblici e privati al chiuso, eccetto naturalmente le abitazioni private e luoghi appositi per i fumatori.
Ebbene attualmente la normativa vuole farsi ancora più drastica e stringente, non limitando il divieto di fumo solamente ai locali al chiuso ma estendendo la regola anche a alcuni casi di fumo all’aperto. I fumatori del nostro Paese si erano abituati già da tempo a non consumare più la loro sigaretta al chiuso, spostandosi all’esterno, ma ancora una volta le regole per loro potrebbero cambiare.
L’articolo 4 del Decreto Legislativo del 12 settembre 2013 n. 104 stabilisce con il comma 1-bis il divieto di fumo in precise aree all’aperto, quelle di pertinenza delle istituzioni scolastiche statali e paritarie. Dunque è vietato fumare sia all’interno dei locali scolastici che nei cortili adiacenti.
Il divieto si estende, nel 2016 per via della Direttiva Europea 2014/40/UE Decreto Legislativo n.6 del 12 gennaio 2016, agli spazi esterni di ospedali, istituti di ricovero e case di cura, anche quelle a carattere scientifico (IRCCS) pediatriche, nelle pertinenze sterne dei reparti pediatrici, ginecologici, di neonatologia e di ostetricia. Inoltre il divieto di fumo vale anche nell’abitacolo della vettura in presenza di donne in gravidanza e minori.
La normativa non ha fatto eccezioni per le tanto usate sigarette elettroniche, infatti il comma 2 della modifica alla legge n.3 articolo 51 del 16 gennaio 2003, stabilisce il divieto di utilizzo di sigarette elettroniche nei locali chiusi e nelle aree all’aperto di pertinenza di istituti scolastici.
Si aggiungono anche quelli che operano nelle comunità di recupero, negli istituti penali per minori, quegli spazi esterni dei centri per l’impiego e di formazione professionale. La legge italiana è però ancora poco rigida sull’uso delle e-cig, che comportano meno divieti.
Nonostante tante proposte di legge in questo senso, il divieto di fumo nei locali pubblici, come bar o ristoranti, all’aperto non esiste ancora come normativa nazionale. Però va detto che ogni Comune ha scelto le proprie regole su questo tipo di divieto, decide di porre dei limiti a suo piacimento, quindi bisogna far riferimento a quelle dell’Amministrazione in questione, in attesa magari di una legge che riguardi tutto il territorio nazionale.