Colloqui Lavoro, il datore deve comunicarti lo stipendio: nuova direttiva UE

Nuove regole per i colloqui di lavoro, la direttiva europea
Nuove regole per i colloqui di lavoro, la direttiva europea-newsecologia.it

Una nuova e rivoluzionaria direttiva dell’Europarlamento per la tutela della trasparenza e della parità durante i colloqui di lavoro.

Nella maggior parte dei casi il candidato che si presenta a un colloquio di lavoro, lo fa conoscendo informazioni molto vaghe e incerte, riportate sull’annuncio, senza conoscere perfettamente i dettagli della mansione e soprattutto senza conoscere quale sia l’importo reale della retribuzione prevista.

Una situazione che spesso e volentieri si registra e che essendo di frequente diventata la prassi comune, pone in una sorta di clima di imbarazzo il candidato che invece vuole domandarlo in sede di colloquio, che anzi deve farlo. Tutto questo si aggiunge a delle serie problematiche e questioni spinose che spesso si verificano durante dei colloqui lavorativi. Senza parlare poi degli innumerevoli casi di discriminazione in base al sesso dei candidati.

Ecco che, si spera, a mettere ordine e a stabilire delle regole a tutela del mondo di coloro che sono alla ricerca di un impiego e che si trovano a dover affrontare dei colloqui di lavoro, è intervenuto il Parlamento Europeo con una sorprendente direttiva che intende stabilire una vera e propria normativa in termini di trasparenza salariale e equità. 

Trasparenza sulla retribuzione, la direttiva europea parla chiaro

Focus principale sulla retribuzione relativa alla posizione lavorativa: la direttiva europea impone il datore di lavoro o l’agenzia che ne fa le veci nella ricerca di candidati, di riportare sin dall’annuncio di lavoro tutte le informazioni e i dettagli in modo chiaro sull’importo del salario o sulla fascia d’inquadramento della mansione. Il candidato quando arriva in sede di colloquio deve già essere a conoscenza della retribuzione in caso di assunzione.

Altro punto fondamentale riguarda una richiesta che spesso i datori di lavoro fanno presente ai candidati in sede di colloquio, la frequente domanda sulla Ral, retribuzione annua lorda, relativa a lavori precedenti. Questa domanda non è più lecita secondo la direttiva europea, perché controproducente per il candidato, visto che l’esaminatore e il ipotetico futuro datore di lavoro potrebbe giocare al ribasso.

Una direttiva europea per la trasparenza e la parità
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Il problema della parità di genere sul lavoro

Da non dimenticare l’attenzione che il Parlamento Europeo ha rivolto, con questa direttiva, alla questione della discriminazione sessuale e al gap lavorativo e salariale tra donne e uomini. Un problema purtroppo difficile da sradicare e combattere, per quanto le cose siano state migliorate negli anni. Parliamo di una percentuale di svantaggio di almeno il 13% a discapito del sesso femminile rispetto ai colleghi.

Gli annunci di lavoro devono avere valenza neutra e i colloqui devono avvenire in un clima di parità di genere, senza alcuno spunto discriminatorio anche nelle domande poste al candidato/a, così come il salario dovrà seguire regole ben precise senza nessuno scarto tra lavoratori di sesso femminile e maschile. L’Europarlamento ha dato tre anni di tempo agli stati membri per ricevere e far propria la direttiva, le norme e le sanzioni e risarcimenti previsti in caso di violazione.