Quante volte ti è capitato di non ricordare dove hai appoggiato le chiavi dell’auto oppure lo smartphone? E quante volte torni indietro quando esci per controllare se hai chiuso il gas, le finestre o la porta, oppure per prendere la borsa che hai dimenticato? Attenzione ai segnali.
Le dimenticanze sono normale e comuni a chi ha tante cosa da pensare. Ma in alcuni casi possono essere segnali da non trascurare. Gianluca Floris, neurologo presso il reparto di Neurologia oltre che del Centro disturbi cognitivi e demenze presso il Policlinico Duilio Casula, spiega di cosa si tratta.
Come pubblica l’Unionesarda.it, il dottore di Neurologia Gianluca Floris, spiega cosa sono i vuoti di memoria che fanno dimenticare anche le cose più semplici, banali e che si ripetono ogni giorno. La perdita momentanea della memoria, come quando ci dimentichiamo di prendere le chiavi di casa o non sappiamo dove abbiamo appoggiato la borsa, viene definita Vuoto di memoria.
Non si tratta di eventi preoccupanti dimenticarsi dove si è parcheggiato la macchina e simili, ma diventa un fenomeno preoccupante in alcuni casi. Il dottor Floris ha specificato, infatti, che se “[…] gli episodi si ripetono e si intensificano, andando a incidere in modo sempre più marcato sulla vita delle persone. A quel punto è consigliabile rivolgersi a un medico”.
Prima di andare oltre, cerchiamo di capire meglio cos’è la memoria. Floris chiarisce questo concetto in modo eccellente dicendo che “In senso assoluto, la memoria normalmente intesa è l’abilità di apprendere nuove informazioni, ritenerne traccia nel tempo e richiamarle quando è necessario”.
Il neurologo fa alcune distinzioni importanti tra due tipologie di memoria che è importante conoscere. “Si definisce “a breve termine” o primaria, quando ritiene le informazioni per alcuni secondi; “a lungo termine” o secondaria, quando conserva e permette di richiamare i ricordi anche dopo anni”.
Ci sono poi altre due tipologie di memoria che si distinguono a seconda della natura dei ricordi rievocati dalla mente. Ecco come le distingue il dottor Floris in modo semplice e comprensibile da tutti. “In base alla natura del materiale che viene rievocato, si distinguono una memoria episodica da una memoria semantica, o ancora una memoria procedurale sottese da diversi meccanismi”.
Ognuno di questi tipi di memoria può subire delle alterazioni o disfunzioni che provocano diverse conseguenze da valutare per ogni singolo individuo.
Il neurologo Gianluca Floris ha spiegato che spesso accade alle persone sane di dimenticare qualcosa. Questo tipo di vuoto di memoria dipende dalla vita quotidiana frenetica e così piena di impegni da far andare in over la mente. In questi casi basta rallentare per ritrovare la giusta concentrazione.
Ma ci sono anche motivazioni più gravi che portano a dimenticanze continue. Tra questi troviamo lo stress, l’esposizione continua a stimoli di vario genere, cattiva qualità del sonno, poche ore di riposo notturno magari con diverse interruzioni. Il medico specifica poi che i vuoti di memoria possono capitare anche a chi fa un uso eccessivo di alcuni farmaci o beve troppi alcolici.
I vuoti di memoria sono un segnale preoccupante quando avvengono con episodi frequenti nello stesso giorno aumentando progressivamente nel tempo. Il neurologo Floris, in questi casi, afferma che è bene consultare il proprio medico curante per fare dei controlli. In alcuni casi può trattarsi di un inizio di Alzheimer.
“In un presente segnato da un aumento generale dell’età senile, demenza e Alzheimer sono considerate priorità mondiali della salute pubblica” Dice il medico, e continua specificando: “E nonostante le “blue zone” della longevità felice che si trovano in Sardegna e in pochi altri luoghi al mondo, la nostra Isola presenta numeri in linea con il resto d’Italia: dopo i 65 anni un’alta percentuale della popolazione lamenta un disturbo della memoria, con circa 24.000 casi stimati di demenza”.
Se c’è il sospetto che un familiare o il partner, dia segni di un inizio di Alzheimer o demenza, è necessario rivolgersi immediatamente al medico di base che indirizza i pazienti allo specialista. Il neurologo specifica che è di fondamentale importanza fare una diagnosi nella fase iniziale della patologia.
Il medico continua dicendo che “rattandosi di una patologia che per lungo tempo comporta un deficit cognitivo lieve e una perdita della memoria che non coincide con la perdita dell’autonomia. I centri specializzati si stanno concentrando sempre più su come stilare diagnosi precoci, l’obiettivo prioritario; inoltre viene raccolta in maniera mirata la storia del paziente, che si sottopone a test cognitivi e della memoria in senso specifico, per chiarire se si tratta di variazione fisiologica o indicatore di una patologia.
Il dottor Gianluca Floris spiega anche che: “L’Alzheimer è una malattia complessa e multifattoriale; importante elaborare una terapia combinata con cure farmacologiche e non farmacologiche (terapia di stimolazione cognitiva, musicoterapia, counseling al paziente e ai parenti su come comportarsi di fronte a determinati sintomi, perché è una situazione che investe tutta la famiglia). È inoltre fondamentale la prevenzione agendo su fattori di rischio modificabili quali ridotta attività fisica, isolamento sociale, obesità, abuso di alcol e sigarette, ipertensione e diabete”