Una vera e propria emergenza quella che colpisce ormai da anni l’isola italiana, dai danni incalcolabili, l’invasione delle cavallette .
Quella che nell’immaginario comune rappresenta una scena biblica e abbastanza mitica, che tra l’altro corrisponde a una delle sette piaghe d’Egitto, qualcosa che solo nei film catastrofici e apocalittici può avvenire, è invece realtà. Da tempo molte aree del mondo, specie quelle del Mediterraneo e recentemente anche del nostro Paese, sono colpite dall‘invasione di cavallette.
Una cifra spaventosa quella che ha invaso nuovamente la Sardegna, campi e centri abitati. Nuovamente perché già nel 2017, il fenomeno aveva riguardato territori dell’isola. Nel 2019 gli animali infestavano circa duemila ettari dell’isola. E nel 2022 lo spazio invaso dalle cavallette risultava di 60.000 ettari. Alcune delle cause rintracciabili nella siccità e nell’abbandono dei terreni.
I danni di milioni e milioni di euro incalcolabili a campi e coltivazioni, ai pascoli, agli orti, alle piantagioni. Una delle zone più colpite è proprio il centro dell’isola, la Piana di Ottana, e se la situazione non viene subito arginata, l’area interessata in questo 2023 potrebbe essere addirittura di 100.000 ettari, nonostante a controllo, supporto e a combattere il problema si sia organizzata una vera e propria task force regionale di macchinari e uomini.
La situazione ad oggi è di nuovo davvero pesante, al punto che la prefettura di Nuoro, il prefetto Giancarlo Dionisi pensa a un intervento più incisivo con il supporto dell’esercito. Già a fine febbraio infatti era stata indetta una riunione urgente.
Attorno al tavolo le principali autorità governative in fatto di agricoltura e ambiente, comprese le forze di intervento come i Vigili del Fuoco, per stabilire una sorta di programma di intervento a partire dal marzo scorso, al fine di combattere la calamità, che da 4 anni ormai colpisce il territorio sardo.
Purtroppo le azioni previste dall’intervento, attualmente, sembrano essere ancora scarse e insufficienti per arginare una calamità del genere, specie se si pensa da quanti anni si fa fronte a questa terribile situazione e a quanto tempo c’è stato per organizzare la macchina dell’intervento. Servono forze e mezzi di grande portata, quelli per i fenomeni eccezionali e per le emergenze, se si vuole aiutare un territorio flagellato.
La stessa Regione Sardegna giudica assolutamente necessario intervenire a difesa del territorio infestato dalle migliaia di cavallette, con delle disinfestazioni e con il supporto della tecnologia. Oggi infatti anche in agricoltura, l’utilizzo dei droni è assai utile e diffuso, specie su ampie superfici. In questo modo, i territori attaccati, vengono individuati dall’alto, con uno sguardo totalizzante così come la diffusione degli insetti che li infestano, e l’attacco potrebbe essere più efficace e mirato.