Congedo parentale, svolta confermata: come cambia la Maternità
Il congedo parentale sta vivendo una svolta epocale e sta ridefinendo il concetto di maternità. Vediamo cosa sta cambiando.
L’orizzonte della maternità si apre a nuovi orizzonti di cambiamento con la conferma di una svolta epocale nel congedo parentale. Questa rivoluzione, che si preannuncia come un punto di svolta nella storia delle politiche per la famiglia, promette di ridefinire le dinamiche e i ruoli di genitori e figli.
Il congedo parentale ampliato offre agli uomini e alle donne la possibilità di conciliare al meglio carriera e famiglia, sfidando gli stereotipi di genere che hanno a lungo limitato la scelta e il coinvolgimento dei padri nella cura dei figli. L’equilibrio tra la sfera professionale e quella familiare diventa sempre più accessibile, aprendo le porte a una società più inclusiva e solidale, in cui la maternità è vista come una responsabilità condivisa.
In questo articolo, esploreremo le implicazioni di questa svolta confermata nel congedo parentale e come questa trasformazione sta ridefinendo il concetto stesso di maternità.
Indennizzo differente
Da quest’anno, un mese di congedo parentale sarà indennizzato all’80% della retribuzione anziché al 30% tradizionale. La novità, annunciata dall’Inps, si applica al congedo usufruito entro il sesto anno di vita del figlio ed è disponibile sia per la madre che per il padre. La riforma prevede complessivamente 10 mesi di congedo parentale per i genitori lavoratori dipendenti, estendibili a 11 mesi se il padre si astiene per almeno 3 mesi consecutivi o frazionati.
I primi nove mesi sono indennizzati al 30%, mentre i periodi aggiuntivi saranno indennizzati al 30% solo se il richiedente ha un reddito individuale inferiore a 2,5 volte l’importo del trattamento minimo di pensione Inps.
Differenze in base all’occupazione dei genitori
La legge 197/2022 (legge Bilancio 2023) ha introdotto modifiche al congedo parentale a partire dal 1° gennaio 2023. Ai genitori single è riconosciuto un congedo parentale di 11 mesi, consecutivi o frazionati, di cui 9 mesi sono indennizzabili al 30% della retribuzione e un mese all’80%. Tuttavia, queste modifiche si applicano solo ai lavoratori dipendenti, escludendo le altre categorie di lavoratori. Se uno dei genitori è un lavoratore dipendente e l’altro no, il mese di congedo parentale indennizzato all’80% spetta solo al genitore dipendente.
La durata complessiva del congedo non cambia: un mese sarà indennizzato all’80% se fruito entro il 6° anno di vita del bambino, mentre otto mesi rimarranno indennizzati al 30% senza considerare il reddito del genitore. I restanti due mesi saranno indennizzati solo se il genitore soddisfa le condizioni reddituali. Queste modifiche si applicano ai congedi parentali a partire dal 1° gennaio 2023 e coinvolgono solo i genitori che terminano il congedo di maternità o di paternità dopo il 31 dicembre 2022.