Piante urticanti: state assolutamente lontani da queste
La bellezza di alcune specie vegetali può indurre nella tentazione di toccarle, alcune però sono davvero pericolose per l’uomo e gli animali.
In Italia per fortuna siamo pieni di verde, boschi, distese, parchi e giardini, abbelliscono il paesaggio. Innumerevoli le specie vegetali della flora del nostro Paese, alcune delle quali anche potenzialmente pericolose per l’uomo e gli animali, a causa dei loro effetti urticanti e tossici.
Tra le più urticanti per l’uomo, sicuramente la Panace di Mantegazza o scientificamente detta Heracleum mantegazzianum, una pianta originaria del Caucaso, diffusa nelle regioni del Piemonte, Valle d’Aosta, aree della Liguria e della Lombardia, Trentino e Veneto.
La sua linfa, ricca di furocumarinici, a contatto con l’epidermide provoca arrossamenti, eruzioni cutanee, bolle, vesciche e vere e proprie ustioni. Che dire poi se viene a contatto con gli occhi, può provocare gravi danni anche permanenti.
Le piante più urticanti, da non toccare assolutamente
Il Buxus sempervirens o comunemente bosso è una pianta, molto diffusa tra l’altro, che però presenta potenziali rischi per uomini e animali. Questa pianta è velenosa in ogni sua parte, sorprende il fatto che sia la scelta preferita per le siepi e le aiuole. La sua pericolosità risiede nella presenza abbondante nelle sue fattezze, degli alcaloidi, tra cui la bussina, sostanza tossica che può indurre in dermatiti e anche in problemi gastrointestinali.
Incantevole ma pericolosa la pianta dell’aconito napello. Una specie davvero favolosa, tanto bella quanto velenosa per l’uomo. Forse rappresenta la pianta più tossica nel panorama della flora italiana. Molto diffusa nelle zone alpine, la si trova spesso piantata anche nei giardini per via dei suoi meravigliosi fiori dai boccioli lilla e viola. L’aconito napello ha in sé una sostanza, l’aconitina appunto, talmente velenosa da provocare, anche per piccole quantità, reazioni nell’organismo di grande e grave portata: da fenomeni gastrointestinali a paralisi e crisi respiratorie, fino al coma e alla morte.
Dalla comune e diffusa ortica al bellissimo aconito napello
Di frequente è possibile imbattersi invece nella pianta dell’ailanto, nota comunemente con il nome di “albero del paradiso” perché è una specie infestante che si riproduce velocemente e in maniera estesa. Tipica del clima della nostra penisola, è una specie arbustiva che è presente anche negli ambienti più a contatto con l’uomo, lungo i marciapiedi per esempio o nei giardini come pianta ornamentale. Il contatto con fiori e foglie scatena eruzioni di dermatite allergica.
Per ultima ma la più conosciuta, l’ortica, le sue foglie e i suoi rami sono coperti da una peluria, all’interno della quale c’è un liquido che contiene alcune sostanze come l’istamina, l’acido formico e la serotonina, dall’effetto urticante. Anche solo venendo a contatto con parti aeree della pianta, la peluria entra in azione sul nostro organismo. Via libera a punture, eruzioni cutanee prevalentemente innocue però.