Certificazione Energetica, cambia tutto: attenzione alle nuove sigle
Una nuova direttiva europea ha introdotto alcune modifiche all’APE, l’attestato di prestazione energetica degli edifici, vediamo quali.
In seguito all’approvazione delle più recente direttiva europea EPDB, un documento fondamentale per i proprietari, acquirenti o venditori di immobili, potrebbe subire importanti cambiamenti. Parliamo dell’attestato di prestazione energetica o APE.
La nuova direttiva, passata ai voti il 14 marzo scorso, porta con sé alcune novità, tra cui un fabbisogno di energia calcolato secondo le norme EN, la predisposizione della struttura all’intelligenza e un passaporto di ristrutturazione. L’attestato di prestazione energetica o APE è un documento di certificazione obbligatorio, dal primo luglio 2009, nel caso di compravendita di immobili, più tardi divenuto ugualmente obbligatorio nelle locazioni.
Conoscere la classe energetica, riportata nell’APE equivale a conoscere il fabbisogno energetico dell’immobile e non solo, anche la qualità energetica, le emissioni e se ci fossero l’eventuale impiego di fonti di energia rinnovabile.Ma vediamo nel dettaglio come sarà il nuovo APE.
Come sarà il nuovo APE attestato di prestazione energetica
L’articolo 16 della direttiva europea EPDB prevede che la certificazione energetica APE adesso debba contenere, come prima, la prestazione energetica dell’edificio in kWh/metri quadrati per anno, espressa attraverso un indicatore che dimostri il consumo di energia primaria e finale. Poi deve riportare il GWP, il potenziale di riscaldamento globale nel ciclo di vita in kgCO2eq/ metri quadrati, espresso sempre da un indicatore numerico delle emissioni di gas serra.
Inoltre nell’APE ci devono essere i requisiti minimi e le norme minime di prestazione energetica, i requisiti degli edifici a energia operativa quasi zero e i requisiti degli edifici a emissioni zero, tutti valori di riferimento che servono a coloro che hanno a che fare con l’immobile per valutarlo al meglio.
Nuove sigle, nuovi indicatori e le classi di prestazione energetica
Ma non finisce qui, perché l’attestato di prestazione energetica deve includere altri indicatori numerici come il consumo complessivo di energia all’anno in kWh/anno, il consumo di energia annuo al metro quadrato, il fabbisogno energetico annuo per il riscaldamento, ventilazione, raffrescamento e acqua calda, l’uso di energia primaria non rinnovabile all’anno in kWh e l’energia finale per il riscaldamento, produzione di acqua calda, raffrescamento, illuminazione, ventilazione e altri indicatori che in qualche modo pesano sull’efficienza e la sicurezza.
Un’altra novità molto importante anche per i risvolti che potrà avere è che questa nuova direttiva europea stabilisce che gli Stati Membri possano categorizzare gli edifici in classi di prestazione energetica, attraverso delle lettere che vanno da A+, la migliore, a G, la peggiore in prestazioni, che in Italia rappresenta al momento il 15% degli edifici.