Punture d’Api, come intervenire subito: devi fare questa mossa
In estate il rischio di punture da parte delle api è molto alto. Vediamo come intervenire correttamente nel caso succedesse.
Gli insetti che scientificamente parlando appartengono alla grande famiglia degli imenotteri sono tra quelli che in estate, e non solo, riconosciamo subito, sia per la loro presenza diffusa, sia per il loro riconoscibile ronzio e sia perché rappresentano spesso un potenziale rischio, per noi essere umani, di punture. Stiamo parlando di api, calabroni e vespe, tra le specie più conosciute.
A chi non è mai capitato di essere punto da uno di questi insetti o almeno di esserne stato sul punto? Una percentuale davvero molto alta, potremmo dire la maggioranza. Specie per chi svolge lavori all’aperto, in giardino, in campagna, ma anche chi pratica sport all’aria aperta, davvero chiunque può essere vittima di una puntura da parte di questi insetti.
Ma in particolare, rivolgiamo l’attenzione alle api. Animali dall’importanza fondamentale per il pianeta, la loro presenza è vitale per noi esseri umani anche se a volte, magari per difendersi o perché disturbate, attaccano pungendo. Cosa bisogna fare in caso di una puntura di ape?
Cosa fare se si viene punti da un’ ape
Per prima cosa se si viene punti, bisogna mantenere la calma e non farsi prendere dall’ansia, specie se accade a un bambino, questo va assolutamente tranquillizzato. Secondo step è la valutazione della puntura e della reazione a quest’ultima. Nella maggior parte dei casi la conseguenza immediata è una reazione localizzata intorno alla puntura visibile attraverso il rossore, il gonfiore e il dolore, tutti sintomi che dovrebbero attenuarsi nel giro di qualche ora.
Le api possiedono un tipo di pungiglione seghettato diverso da quello di vespe e calabroni, che per sua conformazione può facilmente rimanere conficcato nella cute. Se così fosse, bisogna immediatamente cercare di estrarlo, perché esso è composto da una piccola ghiandola di veleno che è dotata di muscolatura autonoma, che si contrae e si stende per rilasciare tutto il veleno che contiene, in modo tale da svuotarsi e morire.
I consigli degli esperti, evitare i “rimedi della nonna”
Per estrarla dalla cute evitare di stringerla facendo pressione con due dita, come a schiacciarla, si produrrebbe un effetto negativo, cioè quello di rischiare di schiacciare la ghiandola e quindi il veleno contenuto in essa. Magari invece, utilizzare l’estremità dell’unghia per farla saltare via.
Gli esperti consigliano di evitare anche tutti i cosiddetti rimedi della nonna, ricorrendo invece a ghiaccio, per il gonfiore, e pomate al cortisone, per l’infiammazione. Se i sintomi dovessero persistere è necessario rivolgersi al proprio medico o al pronto soccorso per soluzioni mirate e corrette rispetto al caso trattato.