La produzione di energia rinnovabile è sempre più centrale nel nostro Paese, ma si può fare di più, specie nel settore del fotovoltaico.
Sono i dati registrati da Terna per il mese di maggio, da poco trascorso, a fornire una chiarificazione del quadro intorno all’argomento rinnovabili: nel nostro Paese la domanda di elettricità è stata di 24,3 miliardi di kWh, una cifra che porta con sé una riduzione dei consumi di almeno il -6,3%, una situazione di costante calo.
Parliamo di costanza nella decrescita perché già all’inizio dell’anno, la domanda era scesa del 4,5%. Il dato riportato sempre dalle indagini di Terna, che invece è in aumento è quello relativo alle rinnovabili. Le fonti di energia rinnovabile hanno fruttato in totale ben 10,4 miliardi di kWh. Facendo un semplice calcolo, si nota come abbiano così potuto coprire il 42,8% della domanda di elettricità in Italia.
Un dato confortante se lo paragoniamo anche a quello dell’anno scorso: a maggio 2022 la copertura della domanda da parte delle rinnovabili si attestava al 35,6%. Ritornando al dato odierno, la produzione di rinnovabile si scinde in 40,3% di energia prodotta da fonte rinnovabile idrica, 28,1% dal fotovoltaico, il 14,6 dall’eolico, il 12,6% dalle biomasse e il 4,4% dal geotermico.
Un ottimo punto di approdo che però deve essere solamente temporaneo e deve fungere da trampolino di lancio per impegnarsi ancora di più sul fronte del rinnovabile. L’Italia può davvero riuscire nell’impresa di produrre energia pulita che possa coprire gran parte del fabbisogno nazionale e conquistare così anche la sua indipendenza e autosufficienza da eventuali Paesi partner commerciali.
Interessanti spunti di crescita dal settore del fotovoltaico. E ci sarebbe anche una soluzione per evitare polemiche, dibattiti e dissidi sul posizionamento di questi parchi di energia rinnovabile, senza dover per forza entrare in conflitto con paesaggi e comunità.
Il Cerved, un noto centro di analisi economica, in un’indagine condotta sul campo ha registrato come sul suolo nazionale vi siano più di 110.000 stabilimenti e capannoni industriali sui cui tetti e sommità si potrebbero posizionare impianti di fotovoltaico anche molto estesi.
Edifici la cui superficie andrebbe a costituire la base per la realizzazione di 30 GW di nuove installazioni e soprattutto, in questo modo si riuscirebbe a coprire gran parte del fabbisogno nazionale. Un aiuto davvero incisivo per quelle aziende energivore che ne gioverebbero. Inoltre si ridurrebbero le emissioni di CO2 di almeno 9.000 tonnellate per anno. Un progetto che condurrebbe all’incentivazione e a mettere in moto capitali tra i 30 e i 36 miliardi di euro