La paura per il destino dell’ambiente può diventare una fissazione specie nei più giovani, un’ansia davanti agli eventi più tragici.
La grave questione del malessere in cui versa il nostro Pianeta e i suoi ecosistemi, il surriscaldamento globale e la più ampia questione del cambiamento climatico, che possiamo facilmente definire come la causa di molti anzi quasi tutti gli eventi catastrofici o comunque pesanti che si registrano in tutti i luoghi del mondo, nessuno escluso, sono realtà e dobbiamo farci i conti.
Questa estate, in queste ultime settimane, seppur intorno alla questione esistano sempre pareri discordanti, ne è la dimostrazione. Incendi indomabili, temperature infernali da una parte, venti e raffiche fortissime, piogge intense e grandine che si abbatte sulle cose e che ha delle dimensioni incredibili, dall’altra, tutto questo non ha fatto altro che aumentare ancora di più la percezione che il problema esiste.
Un problema che a livello interiore e psicologico può diventare un vero e proprio pensiero fisso, specie nelle generazioni, le più giovani, che hanno ricevuto questo mondo così com’è e che hanno tutta la vita davanti per goderselo ma che purtroppo devono affrontare e stare a guardare eventi che li preoccupano davvero tanto.
Si definisce eco-ansia la paura che le basi ecologiche del pianeta possano crollare, venir meno o semplicemente l’ansia che deriva dalla preoccupazione per il destino dell’ambiente e del Pianeta. Le sue manifestazioni variano dai sensi di colpa per quello che accade, alla fissazione, alla polarizzazione del pensiero sull’argomento, alla paura e al senso di incertezza per il futuro e per progetti come la costruzione di una famiglia.
Nello specifico e in pratica quest’ansia si manifesta con veri e propri sintomi fisici, per esempio tachicardia, difficoltà a prendere sonno e a dormire, attacchi di panico. Nasce proprio per sostenere e supportare, come centro di studi e di ascolto, per coloro che ne sono colpiti, che sappiamo essere soprattutto i più giovani, l’Associazione italiana ansia da cambiamento climatico (Aiacc).
A farne parte una squadra di psichiatri e psicologi impegnati nello studio ma anche nel supporto al male generato dalla crisi climatica e ambientale. Il presidente è lo psichiatra Matteo Innocenti, tra l’altro ambasciatore del Patto Europeo per il Clima. Secondo l’Associazione e i suoi portavoce in Italia ancora c’è molta disinformazione sull’argomento.
Un modo utile di combattere e contrastare l’eco-ansia è proprio quello di raccontare gli eventi né in maniera catastrofica né negazionista. Per gestire l’eco-ansia tre sono i livelli. Il primo agire sempre nel rispetto dell’ambiente anche nelle abitudini quotidiane. Il secondo è parlarne. Il terzo i cosiddetti “bagni nella natura”, ritrovando un contatto reale con essa e ricevendo emozioni ambientali positive.