Ti sei mai chiesto che fine fanno gli abiti usati che getti negli appositi cassonetti? La risposta potrebbe essere veramente sorprendente.
Quante volte ti sarà capitato di gettare i tuoi abiti usati negli appositi cassonetti di beneficenza? Ti sei mai chiesto che fine facciano veramente? In queste ultime settimane Greenpeace ha svolto una ricerca al riguardo, la quale ha mostrato delle risposte veramente sorprendenti. Ecco quindi nel dettaglio dove finiscono veramente gli abiti che vorresti donare ai più bisognosi.
Molto spesso ci troviamo nell’armadio abiti che non utilizziamo più da anni e anni, senza riuscire però a gettarli per una sorta di legame affettivo.
Occupare spazio nelle ante del tuo armadio potrebbe essere però uno spreco inutile. Ricordati che c’è sempre qualcuno che ha bisogno di abiti, scarpe, giacche e, proprio per questo, potresti donare quello che non utilizzi più. Soltanto così potrai fare un bellissimo gesto di solidarietà, evitando di far prendere inutilmente polvere ai tuoi abiti. Nelle città esistono appositi cassonetti, i quali tecnicamente dovrebbero poi essere riservati per i più bisognosi.
Ma è veramente così? Oppure i nostri abiti finiscono ovunque fuorché nelle mani dei più poveri? Ecco finalmente la risposta.
Greenpeace ha deciso quindi di monitorare alcuni capi di abbigliamento gettati nei cassonetti delle donazioni. Dopo circa quattro mesi di follow-up, la risposta dell’organizzazione ambientalista è stata veramente destabilizzante. Sembrerebbe infatti che, quello che dovrebbe essere un gesto caritatevole, sia in realtà un business vero e proprio nelle mani di alcune aziende nel mondo.
Ecco infatti nel dettaglio fin dove sono arrivati gli abiti monitorati da Greenpeace. Inutile dire che hanno praticamente raggiunto l’altra parte del mondo.
Dopo aver monitorato gli abiti, Greenpeace si è accorta che una buona parte di essi aveva raggiunto la Romania, dove sono stati poi rivenduti ad un negozio di seconda mano. Molti altri ancora hanno invece percorso migliaia e migliaia di chilometri, raggiungendo luoghi come: il Pakistan, l’India, il Cile o il Togo. Un altro business abbastanza importante è quello invece all’interno delle zone industriali della Spagna (molti abiti sono finiti in questo Paese).
La ricerca di Greenpeace ha dimostrato inoltre come moltissimi marchi di abbigliamento utilizzino gli stessi gestori per rivendere capi di abbigliamento usati. Tra questi troviamo famosi marchi come Mango o Zara. Grazie all’indagine, è stato possibile tracciare anche alcuni sistemi di raccolta, adibiti poi alla riesportazione in Paesi come: gli Emirati Arabi Uniti, il Pakistan e la Spagna.
Insomma, una triste realtà che svelerebbe cosa si nasconde veramente dietro ai cassonetti di beneficenza nelle città.