Si sta verificando una situazione critica per mare e laghi in Italia, tra inquinamento, scarichi abusivi e crisi climatica, mare e laghi ne fanno le spese
L’estate 2024 segna una tappa importante per Goletta Verde e Goletta dei Laghi, le storiche campagne di monitoraggio ambientale di Legambiente. I dati attuali rivelano una situazione che desta preoccupazione per lo stato di salute di mari e laghi.
I dati raccolti tra giugno e agosto in 19 regioni confermano che l’inquinamento e la insufficiente depurazione continuano a rappresentare una minaccia seria per gli ecosistemi acquatici. Oltre alla crisi climatica ci sono gli scarichi abusivi e le grani piogge che mettono a dura prova i sistemi di depurazione. Ecco qual è la situazione attuale.
La crisi climatica sta aggravando ulteriormente i problemi di inquinamento delle acque. Soprattutto le piogge di forte intensità e durata degli ultimi tempi hanno creato qualche difficoltà ai depuratori che non sono sufficientemente capaci per la gestione di quantitativi d’acqua straordinari. Inoltre la tropicalizzazione del Mediterraneo ha reso possibile la diffusione di specie animali non autoctone tra cui il noto granchio blu, una vera minaccia per il delicato equilibrio dell’ecosistema locale. La siccità, ancora persistente in alcune regioni del sud Italia, ha contribuito a portare laghi quasi al limite della secca, peggiorando la qualità delle acque.
Legambiente ha monitorato con particolare attenzione 18 “osservati speciali” – punti storicamente critici – ripetendo campionamenti extra tra marzo e giugno. I risultati sono allarmanti: su 45 prelievi, il 69% ha mostrato livelli di inquinamento al di sopra dei limiti di legge. La mancanza di un adeguato sistema di depurazione rappresenta un tallone d’Achille per il Paese, che ha già subito sanzioni per oltre 142 milioni di euro dall’Unione Europea.
A fronte di questi risultati, Legambiente lancia un appello per un piano nazionale che includa il completamento dei sistemi di depurazione, un maggiore impegno nell’adattamento al cambiamento climatico e l’espansione delle aree protette entro il 2030. Centrale nella proposta è anche lo sviluppo dell’eolico offshore, considerato un’opportunità per ridurre le emissioni e favorire la transizione energetica. L’Italia, al momento, è in ritardo rispetto a questo settore, con solo un parco eolico attivo, a Taranto, e nessun progetto autorizzato tra quelli in valutazione.
Le indagini eseguite durante questa estate confermano, quindi, che mari e i laghi italiani sono sotto assedio da parte dell’inquinamento e della crisi climatica. È importante agire in fretta per evitare disastri ecologici.