Come l’agricoltura rigenerativa può contrastare i cambiamenti climatici migliorando la sostenibilità ambientale e la fertilità del suolo
I cambiamenti climatici rappresentano una delle sfide più urgenti del nostro tempo, influenzando tutti i settori, compreso quello agricolo. L’agricoltura contribuisce significativamente alle emissioni di gas serra, principalmente attraverso l’uso di fertilizzanti chimici, la lavorazione intensiva del suolo e la deforestazione per nuovi terreni coltivabili.
Al contempo, l’aumento della domanda alimentare globale, previsto tra il 35% e il 56% entro il 2050, impone un necessario incremento della produzione agricola. Tuttavia, continuare ad espandere le aree coltivate o aumentare l’uso di risorse chimiche non è sostenibile. È in questo contesto che l’agricoltura rigenerativa si propone come una soluzione per conciliare la necessità di produrre cibo con la salvaguardia dell’ambiente.
L’agricoltura rigenerativa si fonda su cinque principi cardine che mirano a ripristinare la fertilità del suolo e a preservare gli ecosistemi.
L’agricoltura offre numerosi benefici, sia per l’ambiente che per le comunità locali. Ad esempio, le tecniche rigenerative come la rotazione delle colture e il sovescio favoriscono un arricchimento naturale del suolo, aumentando il contenuto di carbonio organico e migliorandone la fertilità.
Questo approccio aiuta anche a combattere i cambiamenti climatici, poiché il suolo diventa un “carbon sink”, un serbatoio di carbonio capace di assorbire una parte significativa delle emissioni prodotte da combustibili fossili. Inoltre, l’adozione di pratiche agricole sostenibili riduce il consumo di acqua, limitando l’uso di risorse idriche e prevenendo lo spreco.