Le scadenze fiscali partita IVA, con particolare attenzione al pagamento del secondo acconto IRPEF il 16 gennaio o rateizzarlo, i dettagli.
Il mese di gennaio 2025 porta con sé importanti scadenze fiscali per le partita IVA. Tra gli appuntamenti più rilevanti, il 16 gennaio segna la scadenza per il versamento del secondo acconto delle imposte sui redditi. Questa scadenza riguarda soprattutto i professionisti, le ditte individuali e coloro che hanno dichiarato ricavi o compensi non superiori ai 170.000 euro nel periodo d’imposta precedente.
Una novità significativa è la possibilità di rateizzare l’importo dovuto in più rate mensili, come riporta il Corriere della Sera. Scopriamo più nel dettaglio come funziona questa scadenza e chi è coinvolto.
Il 16 gennaio 2025 è la data limite per il pagamento del secondo acconto delle imposte sui redditi per le cosiddette “partite IVA minori”. Questo termine sostituisce la scadenza tradizionale del 30 novembre, grazie a una misura prevista dal decreto fiscale. Tale proroga riguarda le persone fisiche titolari di partita IVA che nel 2024 hanno dichiarato ricavi o compensi non superiori a 170.000 euro.
Questi contribuenti, quindi, si trovano a dover versare l’acconto IRPEF o altre imposte sostitutive, come la flat tax per i forfettari. Se non in grado di effettuare il pagamento in un’unica soluzione, è possibile optare per una rateizzazione, con un massimo di cinque rate mensili da versare entro il 16 di ogni mese fino a maggio 2025. Tuttavia, chi sceglie questa modalità di pagamento dovrà considerare un costo aggiuntivo sugli importi dovuti nelle rate successive alla prima, a causa degli interessi applicati.
Questa proroga interessa principalmente i professionisti, le ditte individuali e i lavoratori autonomi che appartengono alla categoria delle partite IVA minori. In particolare, coloro che aderiscono al regime forfettario (flat tax) possono usufruire del rinvio e della rateizzazione. È fondamentale sottolineare che, sebbene il rinvio del pagamento porti a un beneficio immediato per chi ha difficoltà di liquidità, non si tratta di una cancellazione dell’imposta dovuta, ma solo di un differimento dei termini di pagamento.
Oltre alle imposte sui redditi, la rateizzazione può riguardare anche imposte come l’Ivie (sugli immobili esteri) o la cedolare secca sugli affitti. Tuttavia, i contributi previdenziali e assistenziali non sono soggetti a proroga o rateizzazione. In ogni caso, l’opzione di rateizzare permette una gestione più flessibile delle proprie risorse fiscali, ma deve essere affrontata con attenzione, tenendo conto degli interessi che si accumulano sulle rate successive alla prima.